Amarcord

“… perchè l’immigrazione bla bla bla… i soldi bla bla bla… dobbiamo tornare ai valori fondamentali che gettarono le basi della comunità europea bla bla bla…”

Quindi dobbiamo tornare ai valori della comunità europea del carbone e dell’acciaio che fondava le sue politiche sull’industria pesante e sulla crescita economica basata sul duro lavoro e sul sudore della propria fronte? 

Magari introducendo i giovani d’oggi con stage formativi nelle miniere di carbone?

CONCORDO.

Flusso di…

Le migrazioni nel cuore.

Fuocoammare agli Oscar, Amendola e la fiction pietosa su lampedusa. Aiutare i profughi è servizio pubblico. Che gioia.

Barconi in difficoltà, malinconia. Capolarato, gioia! Sbarcato con tristezza in sardegna ieri, oggi con gaudio rimini-rimini borsa luis wittone occhiale gaucci cintura dolce e gabbiadini amico faccio bene solo 5 euro.

ONG, Croce Rossa, Volontari, Buzzi, la mafia eritrea piangono i 600 milioni mancanti alla gioia. Fassino commissario col portafoglio aperto, letizia!

Accogliere accogliere accogliere. Goia, fabbriche di pensioni ai piedi delle colline, responsabile logistica import/export cultura, con uno stile di vita così la boldrini può accompagnare solo, ma anche un processo per alto tradimento non ci starebbe male.

Flussi di migranti e flussi di inCoscienza.

Ragazzi di Est che martellano nella loro nuova autofficina improvvisata in giardino tutto ok sono io in errore che ho preso una multa di 200 euro perché qualche vicino esasperato ha chiamato i vigili ma l’unica infrazione che hanno trovato è stato l’inquinamento causato dal fatto che ho lavato con la lancia dalla fiancata dell’auto l’olio del cambio appena gettato in strada dai macedoni con la loro bella autofficina abusiva in bella vista faccio quel cazzo che voglio ma io non ho le griglie di scarico per non inquinare le falde acquifere vigile si lamenta delle scarpe sporche di uno strano liquido oleoso come ho fatto a non finire in galera.

Flusso di coscienza e flusso di madonne. Non mi sento gioioso? 

Parola con la R.

Medaglia paralimpica anche per il PD

Ma se le olimpiadi erano così importanti, così agognate dal PD, perché non si sono tenuti quel loppide di Marino al guinzaglio finché la faccenda non fosse stata sistemata?

Sapevano che andavano su i 5S, sapevano come la pensavano, erano previsioni facili.

Ora frignano e chiamano la mammina? Tipiche cose da persone progredite. Compiono gesta di cui conoscono perfettamente le conseguenze e poi si lamentano delle conseguenze.

Per la rubrica “storie che non esisterebbero nemmeno se esistessero”

Il vittimismo progressista.

Il progresso ho plasmato una categoria nuova di personaggi che dovrebbe passare qualche giornata nella ridente località di Nuova Vida a Santiago, Cuba. Sono le vittime a tutti i costi, i Pierino di “al lupo, al lupo!”.

Molte menti illuminate stanno condividendo la toccante storia di questa psuedo femminista, incensandone le gesta eroiche, senza minimamente avere la dignità di notare che una storia così strampalata non sta in piedi.

Questa giovane martire, passeggiando tranquillamente ha incrociato i partecipanti ad una gara ciclistica, e secondo la sua versione questi per un’ora e mezza l’hanno inveita con commenti sessisti.

Ma veramente una persona con mezzo spirito critico si beve sta stronzata? Facendo un’analisi dei fatti da lei riportati notiamo che la protagonista ha camminato per un’ora e mezza, costeggiando sempre il percorso di questa competizione, subendo vessazioni e discutendo con questi femminicisti.

Solitamente le gare ciclistiche sono ben delimitate e hanno percorsi prestabiliti, e STRANAMENTE il caso ha voluto che lei li percorresse tutti. Durante il tragitto era l’unica persona, oggetto o animale che questi ciclisti che corrono a 30 km all’ora hanno visto (nessun spettatore o addetto ai lavori), avendo anche il tempo di soffermarsi a fare valutazioni e discutere con una ragazza. Per 4-5 km (spazio percorso a passa d’uomo mediamente in un’ora e mezza) ha trovato decine, centinaia, migliaia di uomini (ORDE DI UOMINI) che l’hanno femminicidizzata, di cui ha potuto sentire ingiuria per ingiuria e discuterci nonostante l’effetto doppler.

Mettiamo che ci sia stato anche qualche “Ehi bella!”, ma crediamo veramente a questo cumulo di puttanate? Crediamo veramente che sti ciclisti non avevano altro per la testa se non molestare in massa la prima ragazza che incrociavano? Occorre montare una storia simile per motivare la propria inutile esistenza? Occorre mortificare ancora e ancora le donne che hanno subito vere molestie ed abusi?

Certo! Le attenzioni social vengono prima di tutto. Diventare un eroessa di bit renderà la sua vita splendente.

Quello che non capisco di queste brillanti femministe odierne che considerano uno sguardo incrociato per caso uno stupro è che poi non dicono mezza parola su situazioni ben più contingenti, tipo la condizione della donna nell’islam. Chissà perchè…

Parafilimpiadi: parte seconda

Le paralimpiadi stanno scatenando “il meglio” del pensiero progredito.

Il mio occhio masochista è caduto su un articolo in tema e ho avuto la malaugurata idea di leggerne i commenti.

Il top del tot, ma proprio il top, è stata una brillantissima discussione su come bisogna abolire le paralimpiadi e fare delle olimpiadi uniche dove atleti disabili o meno gareggiano tutti assieme nel nome dell’uguaglianza e dell’amore.

Ma che idea straordinaria!

Certamente persone affette da gravi disabilità, mutilazioni e handicap vari potrebbero competere alla pari con atleti professionisti normodotati e super allenati.

Posso anche cercare di comprendere che certa gente si nutre di tossica pappa del cuore e poi perde ogni sorta di lucidità, ma come diamine possono credere che una competizione simile possa avvenire? Anche abolendo le barriere architettoniche delle sport, credono veramente che qualche disabile si qualificherebbe con facilità? Abbiamo già avuto l’esempio del Wes Hardin sudafricano, non vi è bastato per ritornare alla realtà? Non sarebbe facile nemmeno in sport di tiro, per ragioni di equilibrio, forza, ecc ecc…

Infine per sbrandellarmi il fegato, è partito pure il filone dello sport sessista. Infatti altre menti illuminate sostengono che non si deve dividere per sesso, ma permettere a uomini e donne di gareggiare assieme e che vinca il migliore.

Senza perdere tempo in spiegazioni superflue a tutte le persone che non hanno una disabilità mentale, faccio un esempio banale. In “gioventù” giocavo a calcio in una squadra amatoriale, giusto per il piacere di stare in compagnia. Eravamo un accozzaglia di beoni, fumatori e gente che non aveva mai sento le parole “forma fisica”. il tenutario della nostra piccola combriccola di casi umani era dirigente della squadra femminili del paese, che militava in serie A. Durante la preparazione si faceva un’amichevole contro le ragazze con cena a seguito, più sentimento di aggregazione che altro.

La sfida tra una manica di alcolizzati e delle ragazze allenate, che seppur considerate dilettanti si allenavano tutti i giorni con tanto di preparatore atletico, finiva sempre mestamente a favore di noi buzzurri maschilisti, anche con scarti di 20, 30 reti.

Questo succedeva forse per qualche differenza biologica palese tra uomo e donna? Impossibile, sicuramente il calcio è sessista.

Fin dove si spingeranno le aberranti ideologie di sta gente col culto del diverso ma dall’attitudine a normalizzare tutto e tutti senza cognizione di causa?

Parafilimpiadi

Sfortunatamente mi sono imbattuto nell’ennesima gioia progredita. La toccante marcia del tedoforo alle paralimpiadi di Rio.

È questa la visione che ha il mondo dell’inclusione e accettazione dei disabili? Serviva proprio prendere una persona affetta da palesi difficoltà a deambulare (e non solo) e “chiedergli” di percorre alcune centinaia di metri in quella maniera?

Si serviva. Serviva a saziare l’insostenibile e famelica necessità mentalmente aperta, quel feticismo perverso per la diversità. Nulla deve fermare l’esaltazione del diverso, neanche la dignità umana.

E finalmente quando la ragazza è caduta in mondovisione sotto il peso dei suoi problemi tutti hanno potuto gioire e raccontarci l’ennesima vittoria, l’esempio di virtù “diversa”.

Ma quale virtù, quale esempio, quale evento gioioso?

Ho visto solo un branco di guardoni, come alla fiera dei fenomeni da baraccone dei primi del novecento, dove la folla tra sdegno e curiosità gongolava per le tragedie degli ultimi tra gli ultimi.

Le paralimpiadi anno 2016 sono questo. Un lussurioso festival dell’erotismo “bizzare” semicolto, una festa dove tutti le anime belle e tolleranti possono sovraeccitarsi con dosi massicce di pietà umana e compassione pelosa. È la festa in cui si parla di tutto ciò che concerne la vita dei disabili. Tranne la dignità, quella è solo un retaggio bigotto.

“Venghino signori, venghino! Biglietti in prima fila, accorrete signori, accorrete!”

Il “muro di Calais”.

Tutti i media cianciano su questa fantomatica muraglia che impedirà agli immigranti di inondare di cultura l’Inghilterra, pontificando sulle solite stronzate dal bisogna unire non dividere, ci vuole più europa, accoglienza, e bla bla bla.

Il fantomatico muro non sarà un forte in pietra sulle reminiscenze della guerra dei cent’anni per nostalgici del basso medioevo.

Sarà semplicemente UNA BARRIERA LATERALE SUL TRATTO AUTOSTRADALE. Dannazione una maledetta barriera per impedire che i clandestini saltino sulla carreggiata per salire sui camion. Innanzitutto questo è per la loro sicurezza, dato che in molti sono rimasti schiacciati o investiti (ma non lo dicono questo), poi ovviamente aiuta anche ad avere controllo sul fenomeno, che dannazione è sacrosanto.

Ma per tutto il semicoltismo vario questo si traduce direttamente come: “Francia costruisce lager dove gli inglesi bruciano vivi i negri”.

Fate schifo, fate solo schifo.

Sinistra Italiana: l’alba dei morti viventi.

Un’altra meravigliosa sciccheria del week end appena trascorso è stato l’onanistico meeting di sinistra italia.

Se per caso pascolate per le pagine di quel partito, o per quelle dei suoi esponenti di spicco, noterete la magnificenza della loro inutilità.

Praticamente le frange politiche che hanno governato l’italia per almeno 50 anni si interrogano sul perchè il paese va a rotoli e sul fatto che alla elezioni prendono meno del 2%. Si prodigano anche in un imbarazzante leccata di culo al partito democratico sperando di raccogliere le ultime briciole, e proponendo riflessioni per trovare la soluzione ai problemi che loro stessi hanno creato. 

Alla fine della rassegna c’è stata anche una piccola conferenza di Zaza e Pellè che imbastivano un’interessante discussione sul perchè l’Italia è uscita dall’europeo proponendo soluzioni innovative su come essere più incisivi dal dischetto.

G20? G21? Che faccio, lascio?

Dall’allegro G20, che più o meno è un ritrovo post ferie di persone che credono di sapere come gira il mondo, ma in realtà si sono ritrovate per la fiera dell’invalidità, escono sempre delle chicche di un certo pregio.

Tralasciando il discorso immigrazione e compagnia cantante, che già provoca coliti ulcerose, la perla a mio modesto parere è la seguente: che occorre promuovere politiche economiche per la ripresa che non sia restrittive o che si muovano verso insensate manovre proibizionistiche, ma bisogna aprire ancora di più i mercati.

Ora io non sono un economista (altrimenti sarei già in caserma per costituirmi alle autorità), anzi sono un povero troglodita. Quindi ora signori cari potete spiegarmi come l’aprire ancora di più le maglie del commercio ci salverà le chiappe? E che la bocciatura del ttip è il male assoluto? Potete spiegarmi con l’attuale mercato del lavoro come può il piccolo imprenditore/artigiano competere, non dico nell’immenso mercato globale ma semplicemente in quello interno, con i prodotti provenienti da paesi il cui costo del lavoro è decine di volte più basso? Come può il piccolo lavoratore in proprio vendere le proprie merci se un prodotto proveniente dall’altro capo del pianeta dove il costo e i diritti del lavoro sono insignificanti, arriva come se nulla fosse sul mercato italico? Perchè prima degli sciagurati accordi di Schengen, e gli ancor peggio accordi euro-cina, non c’era tutta questa delocalizzazione? Non è che il lavoro cinese prima costasse chissà che… Forse perchè la compensazione sul costo dovuto al trasporto sommate alle tasse doganali e altre imposte rendevano l’operazione svantaggiosa? Forse è per questo che si avevano posti di lavoro e consumi interni, quindi ricchezza?

Voi direte che è tutto calcolato per rendere i popoli sempre più poveri, precari e sottomessi. Ma io non riesco a crederci, alla fine quegli stolti che tirano i fili, si accorgeranno che se noi pezzenti non abbiamo soldi, a breve non li avranno neppure loro? Credono veramente che un sistema simile possa generargli utili dal nulla?

O forse faranno la fine dei potentati del passato, che all’ultimo si resero conto che la povertà del popolo diventa di riflesso la loro povertà?

Ah, un’altra meravigliosa giornata di progresso!

Anche stamani, sfortunatamente, nelle mie orecchie hanno rimbombato le abominevoli teologie progressiste. Le peggiori, le euro-progressiste.

Il solito giovine stereotipato, sceso dall’albero genealogico dei molto abbienti che mai hanno dovuto faticare, ha raccontato ai poveri com’è essere poveri, ha raccontato ai lavoratori com’è lavorare, ha raccontato agli ultimi com’è essere ultimi.

Ma soprattutto ha deliziato gli astanti sulla grande bolla speculativa del mercato immobiliare e della crisi dell’edilizia, nata ovviamente perché i lavoratori in proprio del settore hanno avidamente mangiato sul mercato, arricchendosi così tanto da fallire.

Non sono servite le giustificazioni di alcuni ex muratori, o ex artigiani a spiegare che la gente non costruisce immobili se sa che non andranno venduti o affittati, nulla può spostare le sue convinzioni. Fino alla perla finale: che i lavoratori del settore hanno speculato sul mercato immobiliare con l’entrata dell’euro.

SICURO.

Hanno speculato così tanto che il mercato è collassato su se stesso. Specificando che ovviamente ci sarà anche chi è riuscito a speculare sul cambio di valuta, credo che sia palese che la devastazione portata nel settore dell’edilizia è abbastanza ovvia.

Proprio a causa dell’euro.

Questa è la causa dell’implosione del mercato edilizio ancora prima dell’inizio di qualsiasi crisi economica.

Quando vi fu il cambio della moneta lo stato, nonostante conoscesse bene le brutte abitudini della nostra economia, se ne è fregato bellamente di attuare politiche di controllo alla svalutazione dell’euro dell’economia reale. In meno di un anno il valore “applicato” dell’euro era la metà. Questo principalmente significa che un lavoratore con un bel salario da 1 milione e 600 mila lire è diventato un pezzente con meno di 900 euro al mese. Le gioie della valuta forte.

Cosa centrerà col mercato immobiliare?

Credo che sia abbastanza palese. Non stiamo parlando di beni di consumo che hanno la possibilità di attuare politiche di compensazione sul breve periodo dove se non vendo un paio di scarpe oggi magari le vendo nel prossimo mese durante i saldi. Le persone solitamente acquistano un immobile/casa nella loro vita. E non come singolo, ma come nucleo famigliare. C’è chi non ne acquisterà mai uno e vivrà in affitto o lo erediterà.

Quando l’avvento dell’euro ha distrutto il valore salariale, abbiamo praticamente cancellato dall’esistenza generazioni di potenziali acquirenti di immobili. Nessuno aveva più la possibilità di acquistare una casa, i mutui erano troppo cari per poter essere sostenibili con gli stipendi in euro ed è diventato complicato pure riuscire a vivere in affitto in qualche buco. Basta guardarsi intorno per capire. Quanti trentenni vivevano con i genitori 15 anni fa? Pochi. E ora? Ora è la normalità.

La svalutazioni reale dell’euro prima, la crisi economica e occupazionale ora (in aggiunta alla precarizzazione del poco lavoro che c’è, la leva salariale immigratoria, ecc…), hanno spazzato via i teorici proprietari di immobili per decenni e reso quasi impossibile poter sostenere un affitto se non in coppia dove entrambi lavorano. E i risultati sono questi.

Credete veramente che gli impresari alla fine degli anni novanta e primi duemila avessero iniziato a costruire sapendo che non avrebbero mai più rivisto nemmeno il loro investimento, figuriamoci il guadagno, rimanendo con decine di immobili sul groppone?

Sembrerebbe di si. Uno sbarbato a cui il portafoglio si riempie per magia dall’alto mi ha spiegato che le micro imprese di muratori padre-figlio-nipote hanno speculato all’ingrasso tra il 2001 e il 2004 diventando milionari.

Sarà per questo che alcuni di loro si sono suicidati, tra cui persone che conoscevo personalmente.

Ah, un’altra meravigliosa giornata di progresso!