Anche stamani, sfortunatamente, nelle mie orecchie hanno rimbombato le abominevoli teologie progressiste. Le peggiori, le euro-progressiste.
Il solito giovine stereotipato, sceso dall’albero genealogico dei molto abbienti che mai hanno dovuto faticare, ha raccontato ai poveri com’è essere poveri, ha raccontato ai lavoratori com’è lavorare, ha raccontato agli ultimi com’è essere ultimi.
Ma soprattutto ha deliziato gli astanti sulla grande bolla speculativa del mercato immobiliare e della crisi dell’edilizia, nata ovviamente perché i lavoratori in proprio del settore hanno avidamente mangiato sul mercato, arricchendosi così tanto da fallire.
Non sono servite le giustificazioni di alcuni ex muratori, o ex artigiani a spiegare che la gente non costruisce immobili se sa che non andranno venduti o affittati, nulla può spostare le sue convinzioni. Fino alla perla finale: che i lavoratori del settore hanno speculato sul mercato immobiliare con l’entrata dell’euro.
SICURO.
Hanno speculato così tanto che il mercato è collassato su se stesso. Specificando che ovviamente ci sarà anche chi è riuscito a speculare sul cambio di valuta, credo che sia palese che la devastazione portata nel settore dell’edilizia è abbastanza ovvia.
Proprio a causa dell’euro.
Questa è la causa dell’implosione del mercato edilizio ancora prima dell’inizio di qualsiasi crisi economica.
Quando vi fu il cambio della moneta lo stato, nonostante conoscesse bene le brutte abitudini della nostra economia, se ne è fregato bellamente di attuare politiche di controllo alla svalutazione dell’euro dell’economia reale. In meno di un anno il valore “applicato” dell’euro era la metà. Questo principalmente significa che un lavoratore con un bel salario da 1 milione e 600 mila lire è diventato un pezzente con meno di 900 euro al mese. Le gioie della valuta forte.
Cosa centrerà col mercato immobiliare?
Credo che sia abbastanza palese. Non stiamo parlando di beni di consumo che hanno la possibilità di attuare politiche di compensazione sul breve periodo dove se non vendo un paio di scarpe oggi magari le vendo nel prossimo mese durante i saldi. Le persone solitamente acquistano un immobile/casa nella loro vita. E non come singolo, ma come nucleo famigliare. C’è chi non ne acquisterà mai uno e vivrà in affitto o lo erediterà.
Quando l’avvento dell’euro ha distrutto il valore salariale, abbiamo praticamente cancellato dall’esistenza generazioni di potenziali acquirenti di immobili. Nessuno aveva più la possibilità di acquistare una casa, i mutui erano troppo cari per poter essere sostenibili con gli stipendi in euro ed è diventato complicato pure riuscire a vivere in affitto in qualche buco. Basta guardarsi intorno per capire. Quanti trentenni vivevano con i genitori 15 anni fa? Pochi. E ora? Ora è la normalità.
La svalutazioni reale dell’euro prima, la crisi economica e occupazionale ora (in aggiunta alla precarizzazione del poco lavoro che c’è, la leva salariale immigratoria, ecc…), hanno spazzato via i teorici proprietari di immobili per decenni e reso quasi impossibile poter sostenere un affitto se non in coppia dove entrambi lavorano. E i risultati sono questi.
Credete veramente che gli impresari alla fine degli anni novanta e primi duemila avessero iniziato a costruire sapendo che non avrebbero mai più rivisto nemmeno il loro investimento, figuriamoci il guadagno, rimanendo con decine di immobili sul groppone?
Sembrerebbe di si. Uno sbarbato a cui il portafoglio si riempie per magia dall’alto mi ha spiegato che le micro imprese di muratori padre-figlio-nipote hanno speculato all’ingrasso tra il 2001 e il 2004 diventando milionari.
Sarà per questo che alcuni di loro si sono suicidati, tra cui persone che conoscevo personalmente.
Ah, un’altra meravigliosa giornata di progresso!