Scrissi qualcosa di simile per i vaccini, oro lo riscrivo per l’ennesimo esempio di argomento in cui se si togliesse la patina ideologica il problema sarebbe risolto in 3 secondi netti:
L’ABORTO.
Le parole recenti di Salvini hanno come al solito agitato un vespaio (che a mio parere ormai è sempre calcolato da entrambi le parti) sul tema in questione.
L’aborto è sempre stato spacciato dalla sinistra come una conquista di chissà quale spessore, quale fulcro di libertà moderna.
In realtà ci si poteva sbarazzare di bambini “non voluti” anche nel passato usando erbe o altri estratti medicamentosi. Poi l’avvento della medicina moderna ha fortunatamente fatto rientrare questo aspetto nella sua dovuta categoria, ossia il campo medico.
Perchè semplicemente non si può trattare l’aborto per quello che è, ossia un evento clinico su un soggetto in stato di gravidanza? E quindi rapportasi ad esso secondo il più antico precetto medico del mondo, ossia il “giuramento di ippocrate”?
Tutto diventerebbe estremamente chiaro. Si presenta una paziente che desidera abortire, la si visita sia dal punto di vista fisiologico che psicologico, e si prende una decisione che salvaguardi la salute di entrambi i pazienti.
Ci sono molte gravidanze interrotte contro la volontà della madre proprio per preservare la salute della stessa che andrebbe incontro a gravi complicazioni, o addirittura il decesso, se portasse avanti la gestazione o arrivasse a partorire. Nessuno medico si rifiuta di farlo in caso fosse accertato il rischio di morte della madre. Non esiste una casta di antiabortisti che obbliga le donne a tenersi i figli a tutti i costi. Neanche all’interno della chiesa.
Dal punto di vista morale credo che alla fin fine in realtà non interessi un cazzo a nessuno, ma invece da entrambe le parti si utilizza l’aborto come puro scopo di indottrinamento o di becera bagarre politica.
Gravidanza successiva ad un episodio di violenza? Una visita psicologica facilmente identifica come opportuna l’interruzione di gravidanza. Nessuno negherà questo.
Ma non può essere una scusa, come sostengono le solite organizzazioni che si ingrassano sulla vendita di staminali, per far approvare l’aborto senza limite di gestazione, o l’aborto PRENATALE di cui si sono già macchiati a (((Planned Parenthood))) per cui ogni notizia è stata insabbiata.
Una donna, anche se vittima di violenza, subirà questo trauma psicologico insormontabile se protrae la gravidanza per il restante mese, dopo averne già trascorsi 8 (esempio estremo, ma per far capire)? Credo proprio di no.
Certe volte i motivi per cui le cosiddette sinistre vogliono l’aborto indiscriminato mi rimangono oscure, credo che nessuno sano di mente possa consideralo una vittoria per le donne o una lotta per i diritti. Il mio complottismo spesso pensa che sia un modo per nascondere abilmente la compravendita di figli.
Sarebbe estremamente semplice indurre il parto ad una donna all’ottavo mese, magari immigrata irregolare pagata pochi spiccioli per vendere il figlio, e spacciare tutto per aborto per vendere il bambino a qualche bella coppia ultra abbiente, magari LGBTQNAMBLA, nascosti sotto la cappa protettiva delle istituzioni minorili che come abbiamo visto sono già nelle loro mani, sia in Italia che all’estero.
Ormai sarò anche oltre la paranoia, però a pensar male spesso…
In realtà la larga maggioranza degli aborti non rientra nei casi limite, bensì è per ragioni economiche, mancanza di lavoro, stabilità, welfare, politiche per la famiglia, tutte cose che non si vogliono minimamente toccare, quindi meglio fare una bella pubblicità all’aborto.
Le ragazzine ingenue che si fanno mettere in cinta in maniera sciocca perchè magari provenienti da settori sociali delicati e a bassa scolarizzazione (tipo i nomadi, di cui ovviamente nessuno vuole parlare) alla fine sono quelle che non ricorreranno mai all’aborto, anzi continueranno a figliare a caso incuranti di tutti i fantastici diritti civili che si stanno perdendo. Che bigotti.