Nel pagina del più proficuo buongustaio del voyerismo progressista si scorgono le vere facce di chi quotidianamente punta il dito contro chiunque ammantati dal candito mando dei valori di civiltà.
Si fa una pezza allucinante su un (presunto) caso di bullismo ad opera di alcuni bambini 12enni verso un ragazzo con la sindrome di down di qualche anno più vecchio. Battute, scherni, solite cose da bambini.
Giustamente sono azioni che vanno corrette e punite nel giusto percorso di crescita ed educazione, ma quello che più mi sconcerta è la fiumana di opinioni di tutti gli altri “pensatori” giusti.
“Dateli a me quei mostri, gli faccio vedere io il bullismo”.
“Bisogna picchiarli finché non imparano la lezione”.
“Vanno in riformatorio”.
“Spezziamogli le mani”.
RIPETO DODICENNI. BAMBINI.
All’improvviso coloro che si adoperano attraverso la casta del cuore per proteggere le azioni di baldi liberti appena scarcerati in africa, adulti in grado di intendere e volere che vengono sempre e solo giustificati perchè “dobbiamo capire”, pretendono che bambini in età prepuberale, ben lontani dalla maturità e dalla razionalità siano completamente coscienti dell’immoralità civile delle loro azioni di scherno e derisione.
Pretendono che i nostri bimbi vengano giudicati, pronti anche al linciaggio, secondo dogmi per cui le loro bestie adulte che commettono ogni efferatezza devono essere compresi.
Non si analizzano più i fatti per quello che sono, con buon senso e razionalità, ma si applicano le “leggi del progressismo”, la lode della minoranza a tutti e indiscriminatamente, altrimenti si rischia l’epurazione, anche se semplicemente sei un ragazzino maleducato che non capisce che prendere in giro un ragazzo down non sia proprio politicamente corretto.
E tramite questa grande filosofia una geniale maestra di trieste manda ragazzini soli a “intervistare migranti” per le strade, nei nuovi ghetti tra spacciatori e criminali vari, in nome dell’inclusione. Alcuni hanno pure rischiato aggressioni e episodi violenti. Per i genitori che terrorizzati e sconcertati si sono opposti pretendendo spiegazioni per atti così insensati ovviamente c’è il marchio dell’ingiuria: RAZZISTI.