Trans vs. Zombies

Donne che odiano le donne.

La battaglia delle gender-femministe nell’inclusione trans negli sport sta diventando un suicidio di massa, non solo a livello agonistico, ma letteralmente a livello di incolumità personale.

Nella federazione di rugby femminile britannica (ehi ma che caso!) è in atto il fuggi fuggi della atlete donna che abbandonano lo sport perchè temono per la propria sicurezza nel gareggiare contro queste “energumene”.

Queste giocatrici con “quel qualcosa in più” stanno disseminando i campi da gioco di fratture, distorsioni e compagnia cantante, data la diversa differenza fisica e di struttura ossea.

Stavolta almeno non c’è il dietro-front per i momento, nonostante le accuse di bigottismo e omotransfobia, poichè tali atlete sono realmente preoccupate per la propria salute e non intendono immolare un infortunio grave, magari alla spina dorsale, in nome dell’inclusività.

Emblematica la frase della capitana della squadra dove gioca la famigerata Morgan Kelly nota per infortunare tre quarti delle sue compagne di squadra “durante la partita piega le ragazze come sedie da giardino”.

Se sommiamo altri casi eclatanti come Fallon Fox, che nella campionato femminile di MMA regala fratture craniche alle avversarie con estrema generosità, si dovrebbe avere una mobilitazione generale del mondo dello sport femminile in cui non solo vengono esautorate ragazze volenterose e promettenti da uomini scarsi a cui basta dichiararsi donne e assumere inibitori ormonali per dominare la disciplina, ma addirittura si mette in serio pericolo l’incolumità stessa della donna.

Invece niente, a parte qualche diretta interessata tutto cade nel dimenticatoio, per la gioia dei pruriginosi che odiano così tanto le donne da volerle sostituire con gli uomini, in nome di chissà quali presunti diritti trans. Che ovviamente non sono mai lavoro, sanità, welfare, ma sempre e solo stronzate e capricci non solo inutili, ma spesso dannosi.

P.S.: Capisco che le femministe hanno dichiarato guerra alla biologia, però gli consiglio seriamente di aprirsi un libro di fisica alla pagina che tratta la grandezza della quantità di moto. Credo che capirebbero il problema intrinseco di queste situazioni.

Ignoranza dilaga

In un noto sito di videogame, giusto per fare clickbait, hanno postato la notizia della teorica estromissione della Cina dal mercato azionario statunitense.

Tra i commenti si è propagata la preoccupazione, anche se la rilevanza è quasi zero, “Eh poi le console costano il doppio”, “Eh ma se poi producono in america o qui costano il triplo”.

Quando leggo queste frasi vorrei spaccare tutto.

È veramente la dimostrazione che il lavaggio del cervello sui temi economici ha funzionato.

Estendendo il concetto a qualsiasi prodotto, se producessimo in casa e non nei paesi in cui il lavorato viene schiavizzato, sicuramente i prodotti costerebbero di più, ma non sarebbe certo un problema se i lavoratori avessero un giusto stipendio che gli permette di acquistarli.

Era il concetto della scala mobile per esempio. Garantire al lavoratore il giusto stipendio, tradotto in termini economici, GARANTIRE AL CONSUMATORE DI CONSUMARE ALL’INTERNO DI UN’ECONOMIA CONSUMISTICA.

Questa non è una folle utopia, è semplicemente l’abc economico di un paese con una domanda interna sana.

Mentre si è volutamente costruito il concetto della distruzione della domanda interna, dell’abbattimento dei salari, del consumatore che non deve consumare, poichè i soldi si fanno esportando all’estero dove chi ha ancora due soldi eroderà il settore del risparmio privato per tirare a campare.

E così il mondo occidentale è sostanzialmente in recessione da anni, mentre tutte le economie in forte espansione sono quelle a trazione statalista, ed i cui salari stanno aumentando esponenzialmente, riducendo giorno per giorno il plusvalore del dumping salariale (e qui si incrociano anche tutti i discorsi sull’immigrazione, le politiche green, ecc…), portando in un breve futuro al collasso di questo sistema.

Ed ora vengono a spacciarci la MMT come concetto rivoluzionario, dato che anche la Germania è alla canna del gas, solo perchè il popolo ha completamente rimosso dalla proprio memoria il concetto di avere un giusto, sostanzioso stipendio che consenta di consumare i bene da lui stesso prodotti, come una qualsiasi sana economia.

Restiamo schiavis… ehm restiamo negrier… ehm no… insomma avete capito

http://www.infovercelli24.it/2019/09/26/leggi-notizia/argomenti/attualita-7/articolo/la-seconda-vita-di-boubacar-parte-dal-magazzino-amazon-di-larizzate.html?fbclid=IwAR0znb6TrVDn6tFZNejSd0fCj72eVlX865vHkTVlbEBnDDnl_usnye-1CLE

Ah finalmente l’agognato frutto del duro lavoro del signor Bezos e delle sue campagne per l’accoglienza e l’immigrazione!

Arriva il primo pacco prime di schiavi. Giovani, robusti ed in salute, che hanno come esperienza solo piccoli lavoretti od espedienti, spesso in nero. Loro si che hanno le vere competenze che servono al nostro mercato del lavoro: NON COSTARE UN CAZZO.

Da notare che sono persone entrate illegalmente nel nostro paese, di cui non si sa nulla, che ricevono walfare statale sulla fiducia, e finiscono a lavorare dall’uomo più ricco della storia che tra magheggi vari addirittura riceve soldi dal fisco a rimorso.

Mentre si sviluppa la grande sostituzione della manodopera, dall’altro lato si criminalizza il popolo tutto che si domanda se questo sia giusto, si definisce nazista da epurare chi protesta per il fatto di essere abbandonato da tutto e tutti dopo aver versato 35 anni di contributi ed essere finito in mezzo ad una strada perchè l’azienda dove eri impiegato ha delocalizzato, finendo pure nel degrado degli “schiavi che non ce l’hanno fatta” e si riciclano a manovalanza del crimine organizzato, ormai anche quello sostituito dalle nuove leve esotiche.

Chi crede che questi fenomeni di immigrazioni massive siano casuali, e non abbiano chiare metodologie per svalutare sempre di più i salari E LE VITE dei lavoratori, è semplicemente uno sciocco.

Siamo arrivati al punto che nemmeno la delocalizzazione è sufficiente per questi vili negrieri. Perchè pagare spese di trasporto delle merci quando puoi deportare direttamente il terzo mondo qui ed abbattere pure quei costi? Mi sembra ovvio.

Secondo voi è normale per un poveretto scappa dalla guerra ritrovarsi all’improvviso al confine tra messico e stati uniti insieme ad altri 5 mila africani a pretendere il diritto di ingresso illegale?

Sai com’è, dieci minuti in barchino, un po’ di autostop e in un attimo dalla Nigeria sei a Chicago a simulare reati a sfondo razziale con Jussie Smollett…

Tu quoque NYT?

https://www.nytimes.com/interactive/2019/09/25/climate/un-net-zero-emissions.html?fbclid=IwAR3kYHNmYOiY8HxlMKSa4IKlqbhEUgEc2krem2dZft8T2RQi96s1XtOtEdA

Eccolo qua. Non lo dice il mona di turno, ma lo dice il New York Times, araldo dei giusti.

Nei vari teatrini inutili imbastiti all’Onu in questi giorni si sono stilati accordi, promesse, giurin giurelli e tante frizzanti iniziative, tra cui un accordo tra 60 paesi con la promessa di ridurre a zero le emissioni entro 30 anni.

Ma chi sono questi paesi?

Guarda caso, come sosteneva qualcuno, sono proprio quei paesi le cui economie ed impianti produttivi non sono fondati sui combustibili fossili, e che stanno cercando di fare una svolta economica sulle politiche green. Tutti questi paesi messi insieme emettono solamente l’11% dei gas serra “colpevoli” del riscaldamento globale.

Come già detto questa spinta green arriva dal vecchio continente, con le adesioni di stati economicamente fantoccio, tipo le Bahamas o le isole Marshall.

Tra i primi firmatari, guarda un po’ le coincidenze, spuntano la Germania, seguita dal fedelissimo alleato francese anche se un po’ stizzito perchè sul petrolio e il gas ci sta ancora investendo, poi la Gran Bretagna ancora serva dell’unione, e via via i vari vassalli e valvassori.

“Eh come mai tutti i liberal fru fru americani allora sono per le politiche green, eh?” chiedono gli stolti.

Se si basa l’intera economia sull’export, come è l’eurozona, e il mercato principale in cui esporti sono gli stati uniti, per vendere i tuoi futuri prodotti devi fare una bella campagna pubblicitaria.

Il climate change è marketing, per i nuovi piani industriali del vecchio continente che deve motivare manovre economiche pagate sulla pelle della classe media e sui lavoratori, la cui fine delle emissioni si otterrà in gran parte concludendo l’opera di delocalizzazione del lavoro nei paesi del terzo mondo, e lasciando a noi poveri pezzenti le nuove mode hipster come l’entomofagia, l’house sharing e altre stronzate ideologiche per nascondere che siamo paesi senza futuro, in una spirale di regressione e involuzione sociale, con disoccupazione, fame e miserie varie.

Crepuscolo della civiltà

Anno domini 2019.

– Lezioni sulla masturbazione ai bambini di 7 anni? Corretto devono imparare.
– Corsi gender sulla fluidità di genere, relazioni omo, amore libero, e promiscuità ai ragazzini delle elementari? Giusto, i bambini non hanno pregiudizi e vanno educati ad essere mentalmente aperti.
– Scuole in cui dal giorno alla notte si scoprono oltre 40 bambini sotto i 10 anni con disforia di genere e si iniziano i trattamenti ormonali? Sacrosanto ognuno sceglie liberamente il suo genere.
– Drag queen con precedenti per pedofilia vanno a leggere fiabe pretendendo che non ci siano i genitori presenti per non discriminare? Lecito, non bisogna invadere il safe space altrui.
– Beduini violentano bambini di anni 3 e poi li lanciano fuori dalla finestra per cercare di ucciderli? Bisogna capire, fuggono dalla guerra e devono integrarsi.

– Bambino di anni 5, per giunta autistico, abbraccia affettuosamente una compagna di giochi?

È STUPRO.
RAGAZZI QUESTO È STUPRO.
PROCESSIAMOLO PER DIRETTISSIMA.
CHIAMATE LA POLIZIA.
TELEFONATE ALLA CORTE SUPREMA PER I DIRITTI UMANI.

Seriamente, lo hanno iscritto nel registro dei predatori sessuali.

Vai nelle suole a insegnare l’amore libero, fluido, meticcio ecc, ai bambini in età scolare, ma poi chiami l’esercito se per caso osano manifestare un sano sentimento di affetto ed empatia.

Questo è il mondo progressista. Benvenuti.

Il peccato originale

Conte se ne è uscito con la solita pappardella sull’evasione fiscale che è il male del nostro paese.

In Italia le varie stime più o meno recenti la collocano grossomodo e teoricamente tra i 220 e i 250 miliardi (alcuni sono più blandi e la stimano attorno ai 120-130 miliardi di euro.

Ci raccontano che sia il fulcro di tutti i disastri economici che sono avvenuti da noi, è chiaro siamo mafiosi, corrotti, evasori.

Prendiamo un paese santo, ligio alle regole, moralmente superiore, la cui economia è invincibile: la grande Germania.

Gli stessi che hanno stilato le stime sopracitate calcolano l’evasione tedesca intorno ai 210-230 miliardi.

Lo stesso vale per il discorso contante. Da noi è il male supremo, nella meravigliosa terra dei mangia crauti invece fino al 2017 non c’era nessun limite per il pagamento in contante, ora stabilito a 5 mila euro, senza contare gli oltre 15 miliardi di marchi in contanti che ancora circolano nel paese teutonico (a differenza di noi il marco non va mai fuori corso, avrà sempre valore e potrà essere sempre cambiato in euro), e se volessimo fare un paragone funzionano esattamente come dei teorici minibot, cioè una valuta parallela che da respiro alla liquidità.

Però quelli cattivi che devono essere spremuti, fare le riforme, e morire male siamo sempre noi.

Siamo sempre noi quelli che si flagellano per il ludibrio degli enti sovranazionali, siamo sempre noi quelli che non vedono l’ora di demolire questo paese per il feticistico gusto di essere servi.

Certe volte mi chiedo a cosa è servita l’unità d’Italia…

A vendere il pacchetto completo?

Goremageddon

Faccio l’ultimo post sul clima, e poi per un po’ smetto, a meno di eventi eclatanti.

Premessa. Incredibilmente il post di riflessione sul video di Greta ha avuto una diffusione pazzesca, soprattutto rispetto alla solita platea a cui FB fa arrivare i miei post. Ringrazio sentitamente chi ha condiviso, commentato e interagito, anche i detrattori, l’importante è che se ne parli, che anche inconsciamente si insinui il tarlo del dubbio, se non sui contenuti almeno nella forma.

Veniamo alla cicca. Parliamo di James Hansen.

Hansen è conosciuto come il padre del riscaldamento globale. Ex scienziato nasa a metà degli anni 80 a seguito di numerose ricerche commissionate dall’ente, stilò una serie di scenari su un ipotetico cambiamento climatico dovuto a a svariate ragioni (il grosso dei modelli partiva dal presupposto che si fosse scatenata una guerra nucleare). Anche gran parte delle cause erano teorizzate in queste studi, non si partiva da dati empirici o da situazioni contestualizzate e misurabili.

Ovviamente la forbice di questi modelli andavano dallo scenario più blando allo scenario apocalittico/catastrofico, e dipanati su un arco temporale molto lungo.

All’epoca chi ne fiutò l’affare, spinto dalle tentacolari mani lobbyste, fu il mitologico Al Gore, allora senatore americano, la cui attività politica di famiglia è sempre stata incentrata sull’attivismo extraparlamentare.

Al Gore fece parlare Hansen al congresso, ma lo interrogò solo ed esclusivamente sullo scenario post apocalittico, e da li marciò la sua campagna politica contro il clima, su cui costruì pure la sua corsa alla casa bianca.

Ma qual è la verità? Beh la verità è che il 99% di quelle teorie sono strumentali, e che non hanno riscontro scientifico, né dal punto di vista teorico, ma soprattutto da quello di vista EMPIRICO.

A dirlo non è il reazionario, mitomane, psicolabile qui presente che sta scrivendo il post, MA LO AMMETTE CANDIDAMENTE LO STESSO HANSEN, che anche lo scorso anno, ha tenuto interviste a riguardo, e da 15 anni va in giro urlando alla strumentalizzazione delle sue teorie commissionate a puro scopo didattico dalla nasa. Potete controllare anche i suoi account social. Nota la sua affermazione “Non ho, e non voglio, avere ragione in questo senso”.

Di questo avete mai sentito parlare, in TV, nei giornali, nei blog giusti, e dagli attivisti di questa sega? No.

Inoltre anche Patrick Michaels e Ryan Maue, scienziati del Cato Institute, hanno più volte dimostrato come tutte queste teorie non rientrano in nessun modo nei modelli sul catastrofismo del clima e che ancora parecchie cose non sono dimostrabili, come ad esempio la quantificazione dell’effetto serra della CO2 che secondo prove empiriche è considerata irrilevante da molti rispetto all’effetto serra dovuto all’ozono sfera.

I due hanno dichiarato che “La linea di fondo è che la scienza del clima come codificata nei modelli è lungi dall’essere risolta, poichè tutto si basa su modelli che non possono avere una dimostrazione empirica (non potendo ovviamente verificare se fra 50 anni il mondo sarà finito) e che spesso in tema ci si ritrova ad assemblare le teoria in modo che possa avvalorare la propria tesi”.

A fine di questo percorso, che fine ha fatto Al Gore, il vecchio paladino del clima? Esaurita la sua forza politica se ne è sbattuto altamente le palle e fa la bella vita, probabilmente dedicandosi alla ricerca dell’Uomo Orso Maiale (foto in allegato). Per darvi un’idea dell’ambiente “Gore”, che vive politicamente di attivismo, andatevi a cercare chi è la consorte, la famigerata Tipper Gore, che noi vecchi residuati che ascoltiamo death metal ricordiamo con affetto.

P.S.: Alla solita domanda “E le fonti?!?!?!?”, si contrappone la solita risposta “Cercatevele”, siamo nell’era di internet, io non sono il TG1 né vostra madre…

Batfenomenodabaraccone

Gordon nero, probabilmente gay.
Barbara/Batgirl nera e adottata.
Selina/Catwoman nera lesbo/bisex.
Ivy nera probabilmente mussulmana.
Chissà forse Grayson sarà il primo Robin in sedia a rotelle.
Al posto dell’inquinante Batmobile il cavaliere oscuro si sposterà a cavallo di un mulo.

Ora mettete questo nuovo Batman a Mogadiscio che da quelle parti la criminalità è frizzante e verrà sicuramente un capolavoro.